sabato 7 gennaio 2012

Il premier fischiato in piazza da operai e imprenditori

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Contestazione nei confronti   del presidente del Consiglio Mario Monti a Reggio Emilia, in occasione  della sua visita per le celebrazione del 215° anniversario del   Tricolore. Dopo essere stato accolto da applausi nella piazza dove ha   sede il Comune di Reggio Emilia in occasione della cerimonia   dell'alzabandiera, il premier ha subito però una contestazione al suo  arrivo al teatro municipale dove ad attenderlo, tenuti però a debita   distanza, vi erano numerosi sostenitori della Lega affiancati, a   qualche decina di metri, da giovani de La Destra, mentre di fronte   alla piazza a contestare il capo del governo, vi erano alcuni   militanti di Rifondazione comunista. Tra loro nche alcuni operai e due imprenditori locali con un cappio al collo, per una protesta simbolica sulla crisi che stanno attraversando le aziende

I giovani - Nel suo lungo discorso, il premier ha detto che i giovani sono l'ispirazione delle misure che il governo ha varato e varerà. Mario Monti individua nelle nuove generazioni fonte di ispirazione e i principali destinatari dell'azione del suo esecutivo.   Parlando nella Sala Tricolore del Comune di Reggio Emili, il premier ha sottolineato che "lo sguardo ai giovani è l'orientamento necessario alla nostra azione, ma è anche, e non faccio riferimento a nessun intervento specifico, la chiave d'ispirazione delle misure che il nostro governo, con una certa rapidità e incisività, si è trovato a dover prendere nel mese scorso e continuerà a prendere ancora per qualche tempo".  Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha sottolineato l'importanza di un Paese unito, da Nord a Sud, perchè sia più forte.  dobbiamo unirci perchè l'Italia sia sempre più forte e rispettata in Europa e nel mondo".

L'Europa - Ha parlato della crisi economica e del rapporto con l'Unione europa. "Vogliamo un'Europa coi conti in ordine, anche con meccanismi severi, sono nel nostro interesse. Quanto danno l'Italia ha fatto ai propri figli, che oggi non trovano lavoro, dicendo sì a ogni istanza sociale, senza riguardo al fatto che dire dei no comporta costi politici nel presente, dire dei sì comporta costi per il futuro per quelli che non sono ancora nati. Nessun paese europeo è tanto forte da poter andare avanti da solo ad affrontare l'economia globale", ha poi aggiunto forse pensando al suo incontro del 6 gennaio con Nicolas Sarkozy.

 

 


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