giovedì 2 giugno 2011

Hacker cinesi violano e-mail di politici americani

Un maxi-attacco hacker partito dalla Cina rischia di far tornare il gelo tra Google e Pechino. Gli account di posta elettronica
Gmail di alti responsabili politici americani e di Paesi asiatici tra cui la Corea del Sud, di giornalisti, militari e di attivisti del dissenso cinese sono stati violati dai cyber-pirati. Le caselle di posta colpite sarebbero centinaia e l’attacco, proveniente da Jinan, aveva come obiettivo le comunicazioni tra gli uomini politici.
Eric Grosse, capo della sicurezza di Google, ha chiesto agli utenti del servizio Gmail- oltre duecento milioni in tutto il mondo- di rafforzare le precauzioni, cambiare la password e scegliere un codice più incisivo. La vicenda- scrive il Wall Street Journal- rischia far tornare il grande gelo tra il colosso di Mountain View e Pechino, dopo lo strappo del 2010, con la minaccia della compagnia di Internet di abbandonare il Paese. Il tutto avviene mentre il Pentagono per la prima volta abbozza la possibilità di rispondere militarmente agli attacchi hacker. La Difesa infatti avrebbe messo a punto la sua prima cyber strategia formale, parte della quale verrà resa pubblica il mese prossimo, per adattarsi alla nuove minacce, come il possibile sabotaggio di reattori nucleari, metropolitane od oleodotti.

La nuova strategia è anche basata sulla deterrenza. «Se buttate giù la nostra rete elettrica - spiega una fonte militare citata dai quotidiani anglosassoni- forse risponderemo con un missile». Washington sostiene che la strategia in questione sia conforme alle regole internazionali, e prevede una sorta di risposta flessibile, da definire in base alle dimensioni dell’attacco subito.

La nuova strategia è stata avviata alla fine del 2010, dopo che il virus informatico Stuxnet aveva neutralizzato i computer del programma nucleare iraniano.


Nessun commento:

Posta un commento