domenica 26 giugno 2011

LulzSec al capolinea?!

“Amici da tutto il mondo, siamo quelli di Lulz Security, e questo è il nostro ultimo annuncio”. Parte così il comunicato che sancisce la fine di LulzSec, il gruppo di hacker che nelle ultime settimane ha messo a ferro e fuoco siti e servizi web in tutto il mondo, guadagnando una fama che, fino a questo momento, era di esclusivo appannaggio di Anonymous. Con quest’ultimo, LulzSec ha portato avanti anche il progetto AntiSec, che rivolgeva alcuni attacchi informatici a siti governativi. Tra questi, anche quelli italiani.
Termina dunque l’avventura di questo manipolo di hacker che, dicono nell’annuncio, avevano pianificato fin dall’inizio una “crociera” nell’oceano di Internet della durata di 50 giorni. Difficile dire se le cose stiano effettivamente così. Nella giornata precedente, infatti, si sono rincorse le informazioni in merito alla possibile identificazione del capo del gruppo, tale Sabu. Non sarebbe opera di qualche agenzia investigativa ma di un altro hacker, tale th3j35t3r, che tramite le sue ricerche ha raccolto un’enorme quantità di dati relativi, appunto, a Sabu. Non è chiaro se si tratti di materiale attendibile, ma se così fosse molti detective si saranno sfregati le mani davanti a un profilo piuttosto completo sul capo di LulzSec. Si tratterebbe di un ragazzo sui 30 anni, che di lavoro fa il consulente informatico, con residenza sul suolo statunitense. In particolare, abita, ho ha abitato di recente, a New York. Meno credibile il vero nome, estrapolato da un account online: “Xavier Kaotico”.
Il Guardian, infine, rivela l’estratto di una “chat log”, ossia il registro di una chat avuta su IRC tra i componenti del gruppo. Fornito proprio da un ex componente: si tratta di m_nerva, successivamente minacciato tramite Twitter dal resto di LulzSec.
Dettagli tecnici a parte, da questo scambio di messaggi emerge come il progetto LulzSec sia partito con obiettivi ben precisi, per poi perdere il controllo e sparacchiare in modo disordinato sul web, perdendo di credibilità.
L’inizio di una spirale che, probabilmente, ha portato gli hacker alla decisione di sparire dalla scena. Che si tratti di un’azione programmata o meno, resta il fatto che le azioni del gruppo, negli ultimi tempi, avevano effettivamente assunto la forma dell’ossessione. Finisce qui?

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